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Le tecnologie a favore del supporto psicologico

Il progresso tecnologico continua la sua corsa portando con sè nuove opportunità che sono in grado di generare grandi miglioramenti anche nel campo dei servizi oltre che nella comunicazione. 

Diverse indagini hanno ormai evidenziato il problema relativo alla mancanza di una rapida o immediata disponibilità di cure quando necessario, con il conseguente aumento della gravità dei sintomi e della percentuale di mancate presentazioni1; può accadere quindi che chi ha bisogno di cure finisca per aspettare anche molto tempo prima di riuscire a riceverle, rimanendo nella sofferenza e nel disagio e andando incontro a rischi talvolta anche molto gravi.

Fra i diversi ostacoli che si possono incontrare nella ricerca di sostegno, oltre alle eventuali difficoltà logistiche o alla presenza di altre patologie organiche, altri impedimenti possono derivare dalla connotazione negativa che può essere attribuita al doversi recare fisicamente a chiedere aiuto2 e dall’imbarazzo che può accompagnare il sentire di averne necessità, spesso erroneamente visto come una forma di debolezza o una mancanza di indipendenza; a ciò si aggiungono poi i costi, spesso elevati e gli insufficienti sussidi sanitari dedicati agli interventi di sostegno psicologico, nonostante sia ormai evidente la necessità di aumentare e diffondere le campagne di sensibilizzazione per ridurre lo stigma associato a numerosi disturbi, come ad esempio quelli alimentari.

Parlando un pò di numeri, per chiarire meglio la situazione, dai dati pubblicati di recente dall’OMS nell’Atlante della Salute Mentale4, si nota bene che la disponibilità numerica di professionisti in Italia è nettamente inferiore alla domanda (circa 55 ogni 100.000 abitanti), confermando ulteriormente la grave carenza di risorse per la salute mentale, considerata anche la stima effettuata dalla quale è risultato che almeno 1 persona su 10 necessita di assistenza psicologica o psichiatrica.

Per far fronte al problema delle barriere all’aiuto, le crescenti tecnologie e l’uso di internet possono rappresentare quindi un’importante risorsa, dato che ormai quasi tutti possiedono uno smartphone connesso, permettendo di avere accessibilità ad un primo sostegno in qualunque momento e luogo 5 oltre che di tenere traccia dei sintomi 6, così da rinforzare il supporto preventivo di conseguenze anche gravi 7.

Un esempio dell’impiego delle tecnologie per potenziare la rete di supporto psicologico è la i-CBT8, Internet based Cognitive Behavioral Therapy, una nuova tipologia di intervento che utilizza programmi cognitivo comportamentali personalizzati su piattaforme on line così che possano essere disponibili sempre e ovunque a chi ne ha bisogno, oltre all’essere gestiti in autonomia, scegliendo anche il grado di coinvolgimento del professionista. La rapida diffusione della i-CBT negli ultimi anni ha permesso di dimostrare già la sua efficacia ad esempio nella riduzione dei sintomi ansiosi e depressivi9 da lievi a moderati e nella prevenzione delle ricadute, con un vantaggioso rapporto costi-benefici, paragonandone l’efficacia a quella della Terapia Cognitivo Comportamentale tradizionale. Fra i diversi campi di applicazione della i-CBT vi è anche quello organizzativo, per supportare il benessere e l’impegno dei lavoratori, aumentandone la produttività e andando a ridurre inoltre le assenze dovute a disagi psicologici pervasivi o contingenti, inserendo il programma come parte dei servizi offerti in seguito all’assunzione. In tal senso l’azienda canadese Morneau Shepell, operante nel campo delle risorse umane, ha lanciato un programma composto da un approccio misto che offre un accesso diretto online e il supporto di un professionista disponibile sia per casi urgenti, sia per non urgenti, per soddisfare le esigenze di ciascun individuo, a partire da valutazioni autoguidate, esercizi e compiti di lettura completati da chi lo utilizza.

È importante sottolineare però che le tecnologie possono essere impiegate per integrare e potenziare l’intervento psicologico, sfruttandone le caratteristiche innovative ad esempio costruendo avatar che rappresentino il clinico e con il quale è possibile interagire virtualmente8, avvicinandosi a quelle che sarebbero le circostanze reali, ma non in completa sostituzione ad esse poiché l’alleanza che si crea tra paziente e psicologo rimane sempre una solida base fondamentale per un buon esito e per il mantenimento dell’impegno nel percorso di sostegno, considerando anche il fatto che il rapporto umano è ad essa strettamente correlato; inoltre i disturbi più pervasivi possono necessitare dell’assunzione di farmaci e di altre valutazioni, che vanno attentamente controllate e regolate ad hoc.

Occorre anche considerare che non tutti hanno confidenza con l’uso di strumenti tecnologici e che certe tecniche possono essere inadeguate anche per coloro che hanno problemi di alfabetizzazione o visivi.

In questo articolo ho voluto affrontare un tema che sta assumendo inevitabilmente una rilevanza sempre maggiore, al passo del progredire tecnologico che si accompagna a modificazioni che interessano anche i servizi di cura e sostegno a individui e organizzazioni. Come sempre, chi avesse dubbi o domande o volesse esprimere la propria opinione in tema, può commentare qui sotto o scrivere a info@sinapticamente.it

 

BIBLIOGRAFIA

1 Trusler, K., Doherty, C., Mullin, T., Grant, S., & McBride, J. (2006). Waiting times for primary care psychological therapy and counselling services. Counselling and Psychotherapy Research6(1), 23-32.

DiMino, J., & Blau, G. (2012). The relationship between wait time after triage and show rate for intake in a nonurgent student population. Journal of College Student Psychotherapy26(3), 241-247.

2 Hinshaw, S. P., & Stier, A. (2008). Stigma as related to mental disorders. Annu. Rev. Clin. Psychol.4, 367-393.

3 Hepworth, N., & Paxton, S. J. (2007). Pathways to help‐seeking in bulimia nervosa and binge eating problems: A concept mapping approach. International journal of eating disorders40(6), 493-504.

4 http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato2169749.pdf

5 Schembre, S. M., Liao, Y., O’connor, S. G., Hingle, M. D., Shen, S. E., Hamoy, K. G., … & Boushey, C. J. (2018). Mobile ecological momentary diet assessment methods for behavioral research: systematic review. JMIR mHealth and uHealth6(11), e11170.

Nicholas, J., Larsen, M. E., Proudfoot, J., & Christensen, H. (2015). Mobile apps for bipolar disorder: a systematic review of features and content quality. Journal of medical Internet research17(8), e198.

7 Larsen, M. E., Nicholas, J., & Christensen, H. (2016). A systematic assessment of smartphone tools for suicide prevention. PloS one11(4).

8 Andersson, G. (2016). Internet-delivered psychological treatments. Annual Review of Clinical Psychology12, 157-179

9 Flygare, A. L., Engström, I., Hasselgren, M., Jansson-Fröjmark, M., Frejgrim, R., Andersson, G., & Holländare, F. (2020). Internet-based CBT for patients with depressive disorders in primary and psychiatric care: Is it effective and does comorbidity affect outcome?. Internet Interventions19, 100303.