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Bambini e Adolescenti

Molti dei disturbi presenti negli adulti hanno radici nell’infanzia e nell’adolescenza, le quali rappresentano i due archi dello sviluppo che danno forma alla struttura propria dell’adulto e, come quest ultimo, possono essere sostenuti e aiutati mediante un percorso psicologico, con il coinvolgimento attivo della famiglia o di chi ne fa le veci.

Nell’infanzia, soprattutto quando i bambini sono molto piccoli e non hanno ancora sviluppato le abilità linguistiche che permettono loro di esprimere chiaramente i propri disagi, essi tendono a somatizzare i propri vissuti o a tenere comportamenti eccessivi così da riuscire a portare alla nostra attenzione quello che è il loro malessere.

Tra le problematiche più comuni riscontrabili nell’infanzia e nell’adolescenza vi sono:

  • difficoltà relazionali
  • DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO (DSA): sono presenti fin dalla nascita ma vengono diagnosticati al termine della seconda elementare, mentre possono essere indagati e, se necessario, potenziati a partire dall’ultimo anno di scuola materna, in cui il bambino sviluppa i pre requisiti dell’apprendimento. Questi interessano l’acquisizione e l’uso di abilità quali la comprensione del linguaggio parlato e l’espressione verbale (dislessia), la lettura (disortografia), la scrittura (disgrafia), il calcolo (discalculia) e non dipendono da cause esterne ma da disfunzioni del Sistema Nervoso Centrale
  • problemi nella regolazione delle emozioni o del comportamento e disturbi del controllo degli impulsi e della condotta
  • DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA’ (ADHD): esordisce nell’infanzia e fra i sintomi, molti dei quali si devono verificare prima dei 12 anni e in più di un contesto, vi sono disattenzione e/o iperattività-impulsività che interferiscono con il funzionamento e lo sviluppo, ovvero difficoltà a mantenere l’attenzione, disorganizzazione, divagazione dal compito, mancanza di perseveranza , eccessiva attività motoria inappropriata o tamburellamenti o loquacità.
  • ansia, paure e fobie

L’individuazione precoce dei sintomi della presenza di difficoltà permette di intervenire contro il loro aggravarsi e contro alla possibilità che evolvano in disturbi, richiedendo maggiori risorse temporali e cognitive che in quegli anni sono già notevolmente impegnate in altri compiti dello sviluppo; allo stesso modo, intervenire su quello che è un disturbo “giovane”, ai suoi esordi, permette di prevenire o ridurre il disagio e la sofferenza che comporterebbe portarlo con sè fino all’età adulta, oltre che a evitare le ulteriori conseguenze negative a livello sociale e relazionale ad esso connesse.

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